In questi giorni ho potuto leggere alcuni commenti sulla nascita di cuccioli nero-focati (black and tan).
Non mi sembra il caso, in questa sede, di entrare troppo a fondo su considerazioni più strettamente genetico-zootecniche, ma credo che una nota che ad esse si ispiri vada comunque fatta perché da parte del Club Italiano del Leonberger non ci sia un silenzio complice della turlupinatura di persone attratte dalla pseudo-novità oppure, in totale buona fede, siano semplicemente ignoranti.
L’emergere nel fenotipo di geni recessivi non è da considerarsi un bene in assoluto; lo è solamente perché ci permette di individuare soggetti che devono essere esclusi dalla riproduzione.
Nel caso specifico, ad ogni buon conto, si tratta di caratteri qualitativi che proprio in quanto tali e dunque facilmente individuabili (ci sono o non ci sono, hanno un andamento discreto e non continuo) vanno immediatamente esclusi poiché potrebbero portare con sé inutili sorprese per caratteri ben più importanti rispetto alla sola questione del colore.
Per rimanere però al colore, falsamente spacciato come preziosa rarità, vale la pena ricordare che le razze sono individuate attraverso la descrizione del fenotipo che si evidenzia in uno standard accettato convenzionalmente da tutti. Se un determinato colore non è ammesso dallo standard possiamo dire senza ombra di dubbio che quel soggetto non appartiene né fenotipicamente né genotipicamente a quella razza, poiché se dovesse essere accettato sarebbe portatore di geni che si potrebbero riproporre in nuove generazioni e determinare la nascita di altri soggetti non rispondenti allo standard e quindi non tipici e così via. Anche per questo motivo questi soggetti non hanno alcun valore zootecnico e dunque economico ma solo affettivo, come qualsiasi altro cane di razza non destinato alla riproduzione per evidenti difetti trasmissibili.
Detto ciò non si può non ricordare che lo standard ufficiale di razza riporta tra i difetti da squalifica – che nel paese d’origine sono considerati escludenti dalla riproduzione – anche il colore nero-focato.
Trovo veramente singolare che a promuovere soggetti con tale difetto di tipo siano proprio gli allevatori che li hanno prodotti o persone in qualche modo interessate a questo accoppiamento, come a dire “che ogni scarafone è bello a mamma sua!”.
Peggio ancora quando un difetto viene perfino pubblicizzato come “unico” o “raro” facendone marketing a favore proprio (magari anche economico, come già successo in più occasioni!), e a sfavore non solo della razza, ma anche di coloro che ci credono…
Leggendo il commento – pubblicato su Facebook – di una persona, che evidentemente di parte, si sforza di dare una giustificazione a queste nascite, legittimandole con un “sono più forti e più belli, con pelo più soffice…”, mi sono chiesto se forse non avesse sbagliato razza! Il Leonberger può essere grande e forte, bello, con un carattere eccezionale, con genitori a loro volta dal carattere eccezionale e via dicendo, ma del colore previsto dallo standard, cioè appunto un Leonberger!
Ci sono altre razze grandi e forti, belle, con pelo morbido e di colore nero-focato, come previsto dal loro standard (il maestoso Mastino Tibetano o l’ottimo Hovawart), che si possono acquistare senza voler per forza modificare la tipicità del Leonberger, di cui il colore è parte integrante, specifica e caratterizzante.
Il Presidente Onorario del Club Italiano del Leonberger, Dott. Guido Perosino.